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e non chiamatemi “cervello in fuga”!

Pubblicato da: Associazione Apotema
21 Maggio 2019
in Blog
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e  non chiamatemi “cervello in fuga”!
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Sono nato e cresciuto a Barra, quartiere della periferia orientale di Napoli, tristemente noto nei primi anni Novanta come uno dei ‘vertici’ del ‘triangolo della morte’ (secondo i giornali) con S. Giovanni a Teduccio e Ponticelli (oltre a ‘triangolo industriale’ degli anni Settanta). A Barra ho trascorso infanzia e adolescenza e ho frequentato scuole elementari, medie e liceo scientifico (rigorosamente statali). Poi la laurea in Ingegneria Gestionale (specializzandomi in ‘gestione delle opere civili’) e il dottorato di ricerca in Rischio Sismico.

Il dottorato di ricerca é stato senza dubbio una delle esperienze piú importanti e straordinarie del mio percorso di formazione.
Tanto duro lavoro (senza fermarsi praticamente mai, festivi ed estate inclusi… qualcuno dei miei amici ricorderá i 3 km a piedi, via spiaggia, a Fiumefreddo Bruzio per trovare una wireless e spedire un paper al mio tutor, ore 12 del 15 Agosto 2008!) e tantissimo impegno (innanzittutto per colmare la mia provenienza ‘incivile’ in un corso di studio per ingegneri civili). Ma anche tante, tantissime gratificazioni e riconoscimenti.
Ho avuto la fortuna, l’onore e anche l’onere di essere un dottorando del Dipartimento di Ingegneria Strutturale della Federico II di Napoli. Una delle realtá scientifiche piú interessanti e attive non solo a livello nazionale ma anche internazionale.
Ho viaggiato molto per presentare i risultati della mia ricerca in varie conferenze e meeting in giro per il mondo, da Pechino a Washington DC passando per la Macedonia e tutta l’Italia.

Ho conosciuto e mi sono confrontato con persone ‘migliori di me’, seguendo una delle raccomandazioni che da sempre genitori e nonni ci fanno.
Sono stato anche deluso e dispiaciuto, a volte anche fortemente, per i comportamenti di alcune delle persone che hanno interagito con me durante questo percorso, per alcuni comportamenti non sempre corretti e trasparenti, tipici dell’ambiente accademico. Ma bisogna sapere accettare tutto e tutto contribuisce a renderci migliori e piú forti.
E in generale, il bilancio, alla fine dei conti, é sicuramente piú che positivo.

Durante il mio dottorato, ho avuto il privilegio di essere l’ ‘assistente’ di Edoardo Cosenza, preside della Facoltá di Ingegneria della Federico II (e professore di Tecnica delle Costruzioni) fino a due anni fa e ora assessore per la Regione Campania. Credo che ogni parola sia superflua per descrivere lo spessore scientifico/professionale e umano del prof. Cosenza. Basta leggere il suo curriculum e alcune news sul suo operato e i suoi successi durante questi primi anni del suo assessorato. Soprattutto, credo sia veramente difficile esprimere a parole la stima illimitata e l’affetto che mi legano a lui. Ancora oggi, continuo a scrivergli periodicamente per raccontargli di ‘come sta andando’ (é stato lui stesso a chiedermelo e nonostante i 1000 impegni riesce quasi sempre a rispondermi!); ancora oggi so che posso sicuramente contare sui suoi consigli e suggerimenti. Ancora oggi, é per me un riferimento importante e un esempio da seguire.

Esattamente un anno fa (in realtá poco piú, il 9 febbraio 2011) sono partito per gli Stati Uniti, destinazione California. Proprio su suggerimento del prof. Cosenza e del mio tutor, prof. Iunio Iervolino (grazie anche all’aiuto economico del Dipartimento di Ingegneria Strutturale attraverso una borsa di ricerca di 1 anno).
Sono partito dopo 10 giorni dall’esame finale del mio dottorato di ricerca per iniziare un periodo di ‘postdoc’ (ricerca post-dottorato) della durata di un anno.
Destinazione Orange County, Southern California, University of California, Irvine. Meno di un’ora a sud di Los Angeles e circa un’ora a nord di San Diego … qualcuno ricorderà “The OC”, su Italia 1 qualche anno fa.
Esatto, proprio lí. Dove puoi toccare con mano cosa significa “benessere”, quello vero (e che non é legato al reddito individuale). Un mondo talmente perfetto che sembra quasi surreale!
Finito il mio postdoc ad Irvine, mi é stata offerta, dopo due “interviste” (i nostri “colloqui” di lavoro), una telefonica ed una in persona, una posizione come ingegnere/ricercatore in ingegneria sismica alla AIR Worldwide, sede di San Francisco (la sede principale é a Boston e altri piccoli uffici sono in India, Giappone, Cina, Monaco e Londra).
“Produciamo” ricerca e consulenza, sottoforma di modelli e software, nel campo delle catastrofi, principalmente naturali ma anche man-made (ad esempio esplosioni/terrorismo). I clienti sono società di assicurazioni, governo, etc.
Giá, é possibile assicurare una struttura/infrastruttura contro i rischi naturali (terremoto, alluvione, ecc) basandosi su modelli probabilistici complicati per stimare la perdita economica in caso di catastrofi.

Una precisazione va fatta.
Non mi piace essere etichettato come “cervello in fuga” , un’espressione troppo spesso usata da tanti ed anche abusata.
Non scappo da niente, sebbene sia consapevole dei tanti limiti del sistema accademico (e non solo) italiano, e delle enormi difficoltà dal punto di vista occupazione.
Si tratta di una scelta. Di vita, di passione. Meditata a lungo, forse anche un po’ azzardata e coraggiosa.
Ho scelto (e ho avuto la fortuna di poter scegliere) di fare una esperienza, supportato dai miei cari.
(ma questo merita una discussione a parte e piú approfondita).

A presto!

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