3 giovani su 10 non trovano lavoro.
Come i peggiori incubi: a volte ritornano.
Il problema del lavoro, per i giovani, appare sempre più macroscopico, ingigantendosi ogni volta che l’Istat presenta i dati sulla disoccupazione. In un contesto di sostanziale stabilità, si scopre così che nel nostro Paese la situazione di chi ha meno di 25 anni diventa sempre più nera, toccando i livelli minimi dal 2004 (anno in cui l’Istituto nazionale di statistica ha iniziato a raccogliere le serie storiche mensili).
I giovani rimangono indietro.
La crisi pesa soprattutto sulle spalle delle generazioni più giovani, questo è quanto attestano i numeri raccolti dall’Istat.
Nel novembre scorso, nel nostro Paese, il tasso dei senza lavoro è rimasto sostanzialmente invariato (-0,1% rispetto al mese precendente, +0,4% rispetto al 2009) attestandosi intorno all’8,7%, ma la disoccupazione giovanile ha conosciuto un nuovo, sensibile aumento.
Tra le persone di età compresa tra i 15 e i 24 anni, la percentuale di disoccupati è cresciuta dell’1% su base mensile, raggiungendo il 28,9% complessivo, livello record a partire dal 2004.
In sostanza, 3 giovani su 10 non riescono a trovare lavoro e debbono piegare la testa innanzi a un tasso di disoccupazione giovanile che negli ultimi mesi è cresciuto del 2,4%.
Mal comune mezzo gaudio?
Se la situazione all’ombra delle Alpi e degli Appennini non è buona, il resto d’Europa non è che scoppi di salute.
Anzi, guardando le ultime statistiche disponibili, si nota che il tasso di disoccupazione medio registrato in Eurolandia – confermandosi al 10,1% – è leggermente superiore a quello italiano. Risultati migliori rispetto a quelli italiani li hanno fatti registrare Germania (6,7%) e Olanda (4,4%), ma in Spagna – dove il tasso di disoccupazione raggiunte il 20,6% – la situazione appare molto più pesante.
[Milano 11 Gennaio 2011 – Borsaitaliana.it]